Rocca di Castruccio a Serravalle Pistoiese

Veduta frontale della rocca nuova

La rocca di Castruccio a Serravalle Pistoiese, si trova a Serravalle, in provincia di Pistoia.

In questo paesino di 11.659 abitanti, possiamo trovare i resti di una rocca che rappresenta uno dei primi elementi nel tentativo di un’organizzazione dei tessuti abitati.

La presenza della rocca è ricorrente anche in altre zone dell’area pistoiese, per esempio nei centri del versante occidentale del Montalbano, era situata all’interno del circuito murario o innestata sulle cortine difensive (nell’architettura medievale, una cortina è la muraglia che congiunge due torri, nell’architettura militare a bastioni, è la difesa che congiunge due bastioni).

A Larciano la rocca occupava la sommità del rilievo, era costituita da una torre, un palatium (palazzo) e varie case e ha favorito la crescita dell’insediamento della popolazione.

Recinto murario

La potente rocca di Montevettolini invece aveva un impianto ettagonale irregolare e occupava un ampio spazio del culmine collinare, era guardata da più torri a cui si aggiungeva il cassero (la parte elevata di una fortificazione) e il tessuto abitativo aveva una forma a ventaglio che seguiva l’andamento collinare.

Per Montecatini la presenza della Rocca Vecchia (Rocca di Tramontana) e di quella Nuova (detta del Carmine) è stata determinante per la configurazione dell’abitato, sorto nella depressione fra i due insediamenti difensivi.

Il castello di Monsummano che occupava la sommità del cono collinare, era segnato da un sistema viario longitudinale affiancato da strade parallele e a quote inferiori, in modo da seguire l’andamento dei due versanti del rilievo, mentre è probabile che la rocca si trovasse a una delle stremità del castello.

Veduta dela paese di Serravalle

Nei castelli di Vinci e di Cerreto, di comune origine guidinga (il nome è preso dalla famiglia nobile di Corvaia, di origine longobarda e stabilitisi in Versilia nell’alto medioevo), la rocca occupava la sommità dell’altura ed era munita di un poderoso mastio (il mastio o maschio, è la torre centrale di un castello, più forte e più elevata delle torri del muro di cinta).

A Vinci la torre del mastio si saldava alla struttura palaziale già residenza dei conti Guidi, ed è probabile che un’analoga soluzione si trovasse nella rocca di Cerreto, distrutta a seguito della costruzione della villa medicea.

 

Per quanto riguarda invece Serravalle, due motivi fondamentali hanno contrassegnato il disegno insediativo del suo castello: controllo della viabilità e presidio del confine.

Torre della rocca nuova

Fino dall’età romana il superamento della dorsale del Montalbano trovava nel passo di Serravalle il punto di maggior transito per la grande viabilità che, muovendo lungo le fertili pianure fiorentina e pistoiese, conduceva alla costa evitando il grande lago-palude di Fucecchio e dirigendosi verso Lucca-Luni.

Anche dal punto di vista militare negli ultimi decenni del VI secolo d.C. il passo di Serravalle costituì infatti un efficace sbarramento all’avanzata longobarda da Lucca verso Pistoia e la frontiera militare fra longobardi e bizantini che rimase stabile per circa un ventennio, cambiò sostanzialmente il precedente assetto territoriale e andò a costituire il nuovo confine fra le zone d’influenza di Pistoia e Lucca.

Scale per accedere all’apice della cinta muraria

Il castello di Serravalle giocava un ruolo particolare di avamposto militare e di controllo della viabilità che permetteva al comune pistoiese il collegamento verso l’Arno e il mare; di qui l’attenzione del comune di Pistoia per l’efficienza delle strutture difensive del castello.

Nel XIV secolo Serravalle si trovò al centro delle vicende militari e dei conflitti che videro impegnate le repubbliche di Firenze e Lucca e il Comune di Pistoia.

Nel 1302 venne assediata dalle forze fiorentine e lucchesi alleate contro Pistoia, dopo una resistenza durata tre mesi le truppe lucchesi capitanate da Morello Malaspina prendevano possesso del castello.

Per Serravalle aveva inizio una stagione di lavori volti al miglioramento delle strutture difensive; per circa un trentennio il castello divenne parte del sistema delle difese lucchesi insieme al triangolo Montecatini-Monsummano-Montevettolini e garantì la sicurezza dei confini orientali della repubblica formando un fronte invalicabile per le armi fiorentine.

Scale per accedere all’apice della cinta muraria

Nelle difese di Serravalle “i lucchesi si feciono una nuova forte roca dalla parte loro di Valdinievole e uno grosso muro dalla rocca vecchia di qua ov’è la pieve alla nova, per tenere meglio il detto castello a loro ubbidienza”.

Nel 1314 il castello fu ripreso dai pistoiesi di parte bianca sostenuti da Uguccione della Faggiuola e divenne un’importante base militare durante la campagna militare di Castruccio Castracani contro Firenze.

Scomparso Castruccio (1328) e fallito il tentativo di autonomia della valdinievole, Serravalle e i castelli del Montalbano, acquisiti definitivamente da Firenze , entrarono a far parte di un sistema di insediamenti fortificati che si estendeva dal valdarno (con Fucecchio, Cerreto Guidi, Vinci, Lamporecchio, Larciano, Montevettolini, Monsummano, Montecatini) per arrivare a Massa e Cozzile, Buggiano, Uzzano e Pescia.

Interventi di miglioramento, ripristino e adeguamento furono avviati in tutti i castelli di frontiera, come Serravalle e Monsummano, le difese realizzate dai lucchesi si mostrarono valide e le strutture innovative.

Resti della cinta muraria

Infatti le torri poligonali consentirono l’immediato adeguamento dei sistemi fortificati.

La rocca nuova andava a occupare la sommità collinare a occidente, era indipendente dalle mura e dalla rocca esistente, e una volta compiuta venne dotata di guarnigione autonoma e del relativo castellano (proprietario o custode di un castello).

La struttura si sviluppa secondo un perimetro poligonale irregolare con un andamento a cuneo che segue la morfologia del terreno, in cui la parte a puntone rivolta verso la valdinievole è resa più robusta dalla torre esagonale a saliente esterno che ha la funzione di supporto per le cortine.

Piantina di Serravalle. Fonte foto: mondimedievali.net

Nel lato maggiore del poligono, rivolto verso l’abitato, si apriva la porta di ingresso alla rocca, posta a 2,50 metri di altezza da terra e a cui si doveva giungere con scale mobili; a questa quota si trovava il pavimento del primo livello, posato su volta a botte con botola-caditoia centrale.

Sugli angoli del recinto murario si si innalzavano due torrette rispettivamente pentagonale (a nord) e quadrangolare (a sud) che ne costituivano l’irrobustimento.

Avevano un paramento murario (con paramento vogliamo indicare ciascuna delle facce parallele di un muro, o per estensione,

Veduta della cinta muraria

lo stesso rivestimento murale) in pietra calcarea squadrata a conci regolari.

La torre esagonale ( lato 6 m e altezza 30 m) presenta un paramento esterno con conci di pietra calcarea ben squadrati e di dimensioni regolari (altezza 20-28 m e larghezza 22-45 m).

Alla base sono presenti tre riseghe (arretramento della faccia esterna o interna dei muri) che ampliano e irrobustiscono la struttura, utilizzata dalla metà del XV secolo per migliorare la resistenza nella parte bassa della cortina muraria.

Le torrette pensili innalzate sul lato est sono impostate su archi angolari a tutto sesto e presentano un paramento in pietra macigno misto ad alberese; aperture a pieno centro con arco realizzato in laterizio sono presenti su due lati della torretta pentagonale in corrispondenza dei camminamenti alla sommità delle cortine.

Panoramica della rocca di Serravalle

Torri e mura erano poi dotate di numerose bertesche in legno che miglioravano l’apparato difensivo sulla sommità; il cassero della rocca nuova era dotato di tre bertesche, una delle quali a guardia della porta.

Le poche apertura rispecchiano la tipologia delle feritoie arciere realizzate mediante la combinazione di elementi lapidei standardizzati.

Nel perimetro murario si aprivano due porte: la porta a Nievole (o della gabella) , posta nella parte più bassa del castello, contigua alla rocca nuova, e l’altra detta di Sant’Andrea, nella parte più elevata del circuito murario.

La porta della gabella è realizzata con arco a pieno centro impostato su mensole modanate in travertino; la protezione della porta era assicurata da una torre soprastante.

Porta che conduce fuori dal paese

La costruzione della rocca nuova ha generato una determinante mutazione dell’abitato,

Via della Gabella

verso nord le mura procedevano in linea retta e saldavano la cortina della rocca nuova con quella della vecchia, mentre nel versante sud-est il circuito si collegava alla porta di S. Maria, questo ampliamento poteva consentire una crescita dell’abitato lungo il nuovo asse orientato verso est-ovest.

La rocca nuova all’estremità ovest era separata dall’abitato da una vasta area non costruita che permetteva spazio a sufficienza nel caso ci fosse stata la necessità di alcuni interventi e azioni belliche.

Alla funzione di mastio era abbinata quella di guardia, sottolineata dall’attenzione con cui venivano selezionate le sentinelle, cittadini pistoiesi con buona reputazione con reddito abbastanza elevato, e dai meticolosi provvedimenti di controllo dell’accesso, esercitati dal     console pistoiese.

DENTRO LE MURA

Paesaggio di Serravalle

All’interno del castello il tessuto si distribuiva in maniera molto diversificata.

Veduta della strada che conduce a Montecatini Terme

Per favorire l’edificazione e il popolamento coloro che intendevano risiedere nel comune di Serravalle vennero esentati per un anno da tasse e oneri.

Dopo tale periodo i nuovi residenti erano iscritti alla custodia diurna

e notturna e, per usufruire della razione di sale, dopo due anni erano tenuti a pagare le tasse come i serravallini.

Le strade e le piazze del castello dovevano essere mantenute libere da materiali ingombranti e tutti gli uomini erano tenuti a eseguire le opere di manutenzione previste dagli Ufficiali del Comune per le strade all’interno e fuori dal castello.

Anche in questo caso si applicava un’ammenda pari a 10 soldi di denari per gli inadempienti.

Era inoltre vietato circolare per le strade del castello in orario notturno (dopo il terzo suono della campana) come pure di frequentare taverne e osterie che si aprivano lungo le principali arterie stradali.

Una deroga era concessa in particolari occasioni festive come la festa di S. Croce del mese di settembre fino “alle calende di novembre”.

FUORI DALLE MURA

Torre della rocca vecchia

L’attività agricola caratterizzava il lavoro dei castellani che si dedicavano in particolare alle coltivazioni della vite e dell’ulivo.

Un’attenzione specifica veniva riservata alla produzione dell’olio e i frantoiani non potevano esigere più di un soldo per ogni “mina” di olio.

Una norma particolare interessava l’impianto e la coltivazione della vite che erano legate a pali e supporti lignei.

Era infatti permesso agli abitanti di fare legna nella Selva di Agnano e negli altri boschi del comune, pene pecuniarie pari a 2 soldi venivano inflitte a chi rubava i pali nuovi da vigna.

Veduta del paesaggio

Un contributo molto importante per l’economia della cittadina era fornita dalla produzione cerealicola e, per scongiurare le frodi, i mugnai erano obbligati a tenere dei bozzoli sigillati con il marchio del comune per la misura di una “imnia” e un quarto.

Il corso di fiumi, rii e canali doveva essere mantenuto costantemente sgombro da materiali e ostacoli che in qualsiasi modo impedissero il libero flusso delle acque.

Vi era inoltre il divieto di utilizzare i corsi d’acqua per la macerazione di lino e canapa, in particolare erano interessati dal divieto il “fiume stella” e il “rio castagnati”, la pena prevista ammontava a 20 soldi.

Oggi l’ingresso e la visita della rocca è  gratuita per tutti i turisti.


Mappa

Serravalle Pistoiese 51030 (PT)

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