Chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria Pistoia

La Chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria fu edificata da Michelucci nel 1959 con l’obbiettivo di dotare di un edificio di culto il nuovo villaggio pistoiese, il Villaggio Belvedere.

Storia

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Il progetto nel Museo Civico; fonte: wikipedia.

La chiesa fu costruita dall’Ina-casa e dall’Iacp dopo l’idea di Michelucci nel 1959 nel nord della periferia pistoiese. I progetti e le opere di rifinitura vengono affidati dalla curia vescovile e dall’Ina-casa a Michelucci, il quale dovrà compiere il lavoro in tempi ristretti su 3000 m2.

Il progetto viene definito in meno di un mese nonostante le titubanze di Michelucci per il poco tempo a disposizione. L’elaborato viene consegnato alla Pontificia commissione dell’arte sacra nel settembre del 1959 e approvato quasi due settimane dopo. La costruzione però non cominciò fino all’aprile del ’60.

La chiesa, terminata a fine luglio del 1961 e consacrata il settembre dell’anno stesso, rispetta il progetto, ad eccezione di alcuni particolari: venne ridotto il dislivello tra navata e presbiterio e la canonica variò di dimensioni e forma, in modo da risultare più grande e compatta.

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Il progetto di Michelucci; fonte: L’architettura in Toscana dal 1945 ad oggi.

L’opera venne a costare intorno ai cinquanta milioni di lire. Tale somma fu superiore a quanto si aspettava a causa delle modifiche alla canonica. Per diminuire le spese, la copertura prevista dal progetto non viene realizzata in rame o terracotta smaltata.

Nel progetto iniziale la chiesa non aveva un campanile.

In seguito inoltre Michelucci disegna un campanile a vela che, per motivi statici, risulta irrealizzabile.

Nel 1963 l’architetto però ritorna sul problema e progetta un corpo perpendicolare all’ingresso, ma anche esso presenta dei problemi; è ritenuto troppo basso e non viene realizzato: le campane vengono poi montate su un traliccio metallico di fianco alla chiesa.

La critica

La critica ha spesso valorizzato il carattere innovativo dell’organizzazione spaziale. Nonostante ciò Cerasi la ritiene un progetto non completato perché la chiusura di alcune porte diminuisce la sua originaria vocazione. Bardeschi invece evidenzia l’uso della pietra ad opus incertum. Infine Belluzzi e Conforti la ritengono un’architettura “parlante”.

Architettura

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Vista laterale della chiesa; fonte: lo snodo.

La chiesa presenta una planimetria regolare. L’aula principale è affiancata da una galleria che si espande da una parte per ospitare i confessionali. Delimitata dai pilastri, la galleria ha ingressi su entrambi i due fronti corti e viene a costituire il percorso di accesso principale rispetto alla porta situata sul fronte lungo, non particolarmente trattata nell’ultimo progetto di Michelucci.

L’innovazione introdotta consiste nella dislocazione dei luoghi sacri, cioè il presbiterio e le cappelle, perpendicolarmente all’aula e al percorso principale. Questa espansione in larghezza e la disposizione dell’altare rivolto verso i fedeli, riflettono la sensibilità di Michelucci al nuovo clima religioso ispirato da papa Giovanni XXIII.

Vista frontale della chiesa.

Nei primi progetti Michelucci insiste anche sul simbolo della croce per lo schema strutturale dei pilastri in cemento armato che sostengono la copertura.

Nel progetto finale lo schema si semplifica poi in una forma radiale.

Nella galleria, il cemento armato la cui funzione è portante, consente l’inserimento di vetrate nella volta. I tamponamenti infine sono in pietra alberese, una muratura portante negli altri lati.

 

Elementi caratteristici

  • La chiesa è un vero e proprio cuore pulsante nella periferia della città. Qui infatti l’idea di Michelucci era quella di realizzare non solo un luogo di culto, ma anche uno spazio dove fare assemblee e ritrovarsi
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    Interno della chiesa; fonte: L’architettura in Toscana dal 1945 ad oggi.

    con amici. proprio per questo la chiesa assume tale forma.

  • Un altro elemento è la galleria che corre da un lato all’altro dell’edificio, tra l’assemblea e la facciata. In essa si trova un valore simbolico. I grossi pilastri che la circondano infatti non sono altro che una riproduzione stilizzata del monogramma di Cristo oltre che una metafora dell’albero.
  • Un ultimo elemento molto espressivo è la copertura, caratteristica del Michelucci. La sua complessità spicca in un esterno in rocce di poco valore. Essa è più alta in corrispondenza della galleria mentre si abbassa con una curva in prossimità dell’altare: si può cogliere il riferimento alla tenda-santuario ebraica, un tema ricorrente nelle chiese di Michelucci.

Orario delle messe

FerialiDal martedì al venerdì alle 16.00
PrefestivoIl sabato ore 16.00
FestiviLa domenica ore 11.00

Galleria immagini


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