Chiesa di San Michele Arcangelo a Bottegone

Situata nella frazione periferica pistoiese Bottegone, a 7 chilometri dal centro, si trova la chiesa di San Michele Arcangelo, la cui storia è molto più lunga di quanto si possa immaginare.

Storia fondazione

Publica

La sua localizzazione precisa è a metà tra e due frazioni di Bottegone e Piuvica, una zona assai paludosa in antichità ma adesso caratterizzata da campi fertili e coltivati. La zona viene rammenta per la prima volta in un documento del 805 d.C. ove viene nominato un certo Wolprando di Publica (nome antico di Piuvica).  Probabilmente la sua nascita fu dovuta alla conquista dei Longobardi in Toscana a seguito della loro venuta in Italia nel 568 d. C. che si insediarono a Pistoia facendo di Piuvica un loro possesso.

Prime fonti

Riguardo alla fondazione della chiesa non si hanno alcune fonti attendibili, si pensa risalga al dominio Longobardo o molto più probabilmente al periodo successivo alla sua caduta. Il primo documento che attesta la presenza di un edificio adibito al servizio religioso in Publica risale all’anno 1078. Forse inizialmente si trattava di un semplice oratorio dedicato a S. Michele, poi ampliato a chiesa di S. Angelo da cui si staccarono le chiese minori di S. Biagio e S. Sebastiano. Nonostante ciò quella di S. Angelo godette sempre di maggiore importanza essendo l’unica in possesso della fonte della fonte battesimale.

Secondo la tradizione la fondazione della chiesa risale al 1150, ma probabilmente tale data si rifà alla costituzione della parrocchia. Un documento però del 1280 scritto dal vescovo Vergiolesi conferma il possesso di alcune decime alla chiesa di S. Angelo, nominando anche un suo rettore, titolo del parroco che permase fino al 1638.  Certamente la chiesa inizialmente non aveva grandi dimensioni, ed era proporzionata al numero di fedeli che doveva accogliere.

Come la chiesa è diventata quella di oggi

Esterno

Nessun documento attesta come fosse la chiesa inizialmente apparisse.

Ciò che sappiamo riguarda le aggiunte che vennero fatte nel corso dei secoli come il loggiato che la precede, voluto dal Pievano Andrea Franchi, che fu innalzato attorno al 1645. Il suo stile è settecentesco, dalla linea sobria e raffinata con pilastri e colonne in pietra serena.

Sulla parete anteriore , in alto c’è la vita di Sant’Agata, altra patrona della chiesa, ma non sappiamo a quando risalga né chi sia l’autore.

Nel 1920 fu aggiunto sotto il loggiato, di cui fu decorata la volta, il monumento ai Caduti, la cui epigrafe fu dettata dal sacerdote Pisaneschi.

Consacrazione e modifiche

Il 9 Novembre 1682 la Chiesa fu consacrata dal Vescovo Gherardo Gherardi a seguito di un una ristrutturazione attuata da Pievano Santi Fagioli avvenuta negli anni precedenti che aveva visto:

  •  l’aggiunta della volta;
  • il rialzamento dell’intero edificio,

In anni successivi vennero attuate ulteriori modifiche alla chiesa ad opera sempre di Santi Fagioli:

  • la sostituzione della vecchia sagrestia con una nuova dotata di lavabo e confessionale;
  • il battistero in pietra serena risalente al 1696;
  • il piccolo altare di Sant’Antonio

Il campanile attorno al 1700 fu anch’esso rialzato, è possibile infatti notarlo dall’interno dove si osservano due parti ben distinte una della quali porta l’accenno dell’antica volta a mattoni. Un tempo era merlato, apparendo come una torre quadrata e massiccia, ma in seguito i merli furon tolti e sostituiti con un attico poggiante su piccoli archi gotici.

Altari minori

Nei due bracci della chiesa di trovano gli altari del Rosario e di Sant’Agata i cui artefici sono ancora ignoti, sappiamo però che il primo già nel 1652 era presente. Le due cappelle laterali, con uno stile differente rispetto al resto della chiesa, furono costruite da Pievano Bartolomeo Nanni al fine che potesse ospitare tutta la popolazione vicina che si faceva sempre più numerosa. Mentre i due altari di marmo di nostra Signora e S. Giuseppe furono fatti costruire solo in tempi più recenti, nel 1883, con le oblazioni del fedeli.

Coro e altari dei patroni

Inizialmente la chiesa non aveva coro prima del 1646, ma grazie a G. Battista di Niccolò Forteguerri, canonico della Cattedrale di Pistoia fu aperto un arco all’interno del campanile, e dopo la costruzione della cappella vi pose del fondo l’altare maggiore, una volta in  pietra con intarsi di marmo e con a lato lo stemma dei Forteguerri, alle cui spalle c’era la tela di San Michele Arcangelo, oggi posto alla parete sinistra della navata principale.L’altare attuale fu messo come sostituto al precedente nel 1875. Mentre l’altare di Sant’Agata con annessa la tela del martirio prima si trovava nell’attuale compagnia accanto alla chiesa, una volta era una cappella dedicata alla santa.

L’organo alle spalle dell’altare maggiore, della ditta Agati-Tronci  ha subito svariate restaurazioni nel corso dei secoli tanto da essere quasi completamente sostituito.

Cimitero

All’interno dell’edificio vi ero vari sepolcreti, e a seguito dell’epidemia di colera nel 1855 i defunti furono seppelliti anche sotto il loggiato, ma a causa di una frattura del pavimento, dopo qualche anno, l’odore che aleggiava nella chiesa era assai sgradevole, fu così decisa la costruzione del cimitero lì vicino.

Nel 1997 si è costituita la confraternita Sant’Angelo che si occupa di gestire la parte del cimitero competente alla parrocchia assieme al Comune di Pistoia.

Sulla strada che va dalla chiesa al cimitero si trova la via Crucis. Don piergiorgio Baronti, attuale parroco, per il Giubileo del 2000 decise di affidare all’Arch. Laura Ciani l’incarico di progettare per quel tratto una via Crucis al fine di ricordare a chi sta dicendo addio ai propri cari che alla fine di tutto c’è la resurrezione. a causa di vari ritardi venne inaugurata in occasione della Pasqua nel 2002. Nell’opera sono evidenti i contrasti dell’esistenza umana: disperazione-speranza, morte-vita eterna, sofferenza-gioia, materia-anima, buio-luce, terra cielo; ciò si ripercuote anche nei colori dei materiali usati: dal verde petrolio all’azzurro sono i colori che indicano il nuovo, mentre quelli sul rosa, rosso e grigio simboleggiano la tradizione.

Patrimonio della chiesa

San Antonio da Padova con il Bambino Gesù – Olio su tela, XVIII secolo

Sullo sfondo azzurro spicca la figura intera del santo con la veste marrone che sostiene il Bambin Gesù a sua volta seduto su di una sfera raffigurante la terra; dalle nuvole nuvole appaiono tre angeli.

La  tela ha un gusto tardo barocco, probabilmente è opera dell’atelier Gemignani pistoiesi.

Il quadro ha subito una restaurazione nel 1985.

 

 

 

Fonte battesimale – Pietra serena, seconda metà XVII secolo

Il vano, un tempo adibito al sacramento del battesimo, è delimitato da una balaustra in pietra serena ad andamento circolare in stile barocco.

L’altare della fonte battesimale presenta due semicolonne corinzie ai lati e un timpano scorniciato e spezzato con al centro un ampio cartiglio con scritto “Fons salutis”.

L’altare è simile a quello di Sant’Antonio ed è datato attorno al 1682, anno della consacrazione.

 

 

 

San Michele Arcangelo che atterra il demonio – Pittura a olio su tela, fine XVII secolo

La tela rappresenta l’immagine suggestiva dell’arcangelo che atterra sul demonio calpestandolo con un piede e facendo roteare la spada in alto.

La tela dato che raffigura il santo titolare si pensa risalga a prima della consacrazione della chiesa. Il dipinto è una libera copia del quadro con stesso soggetto a opera di Guido Reni e che si trova nell Chiesa dei Cappuccini di via Veneto a Roma.

Ha subito una restaurazione nel 1983, e la sua collocazione prima del 1937 era dietro l’altare maggiore.

 

Martirio di Sant’Agata – Pittura a olio su tela, prima metà XVII secolo

Sant’Agata è l’altra santa titolare della chiesa, ella divenne martire cristiana quando a causa della sua fede fu condannata alla recisione di entrambi i seni. Il dipinto vede la santa circondata da guardie e denudata fino alla cinta, al di sotto indossa una tunica rosa bordata d’oro. Il carnefice recide i seni con un lunghe tenaglie per la tortura. Al di sopra della martire svetta una scritta S.P.Q.R., e un angelo in volo che porta una palma segno del martirio e una corona di rose. A sinistra l’imperatore, che indossa una tunica viola, osserva la scena seduto su di un trono.

Il quadro è caratterizzato da un persistere di cultura figurativa manieristica. La data di esecuzione è però nella prima metà del XVII secolo, quindi in ambito culturale notevolmente ritardatario. Il dipinto è stato rstaurato nel 1983.

 

Santa Caterina e la Sacra famiglia – Olio su tela, XVIII secolo

 

 

 

Dalle nuvole si affacciano i capi di cinque angeli e la Sacra famiglia che volge lo sguardo versa Santa Caterina inginocchiata ai piedi di una gradinata dove, sulla destra, è seduto un angioletto alato.

Il pittore è anonimo, ed è databile negli ultimi decenni del XVIII secolo; è stato restaurato nel 1985.

 

Quadro Santa in Gloria Angelica & Sant’Agata – Tela centinata dipinta ad olio e statua in pietra scolpita e dipinta, seconda meta XVII secolo

Nel dipinto sono raffigurati due santi non identificabili, a destra Santa Lucia e Santa Caterina da Siena, in alto angeli che circondano una nube luminosa, rappresentante Cristo.

Mentre la statua, circondata dal quadro, raffigura Sant’Agata vestita con un abito azzurro e un mantello rosa-rosso, che mostra su di un vassoio il simbolo del suo martirio, i seni.

La tela, restaurata anch’essa nel 1983, è tagliata ai lati e in alto per inserirla nella nuova cornice. La statua, invece, iconograficamente tradizionale, appare di buona fattura.

 

Cristo crocifisso fra Maria, la Maddalena e San giovanni – Olio su tela, XVII secolo

La crocifissione corrisponde all’iconografia tradizionale: al centro Gesù, a sinistra la Maddalena e la Madonna, a destra San Giovanni.

Sullo sfondo è raffigurata Pistoia, riconoscibile dalla cupola della Chiesa della Madonna dell’umiltà.

La tela è da attribuire ad un artista locale del XVII secolo e risponde a motivi devozionali e controriformistici del XVI  secolo; è assai interessante perchè mostra il territorio pistoiese in antichità. Il quadro è stato restaurato del 1985.

 

 

San Michele Arcangelo & Sant’Antonio Abate – Statua in legno intagliato e dipinto, XIX secolo

La statua raffigura San Michele Arcangelo vestito di azzurro con motivi in oro in atto di soggiogare il demonio sotto i suoi piedi.

La statua raffigura Sant’Antonio Abate , protettore degli animali, con a lato un porcellino e con in mano un libro espressione della sua cultura.

Il santo indossa una tunica marrone e il manto è grigio scuro.

Si tratta di prodotti del tardo Ottocento che denotano l’interesse prevalentemente testimoniale del persistere in aree rurali e periferiche di modelli iconografici e stilistici di gusto barocco.

 

Crocifisso – Legno intagliato e dipinto, secolo XIX

Crocifisso situato sull’altare maggiore, Cristo indossa un panno bianco e ha il corpo costellato di stille di sangue.

Dietro la croce si allarga un fascio di raggi dorati e finali sempre dorati concludono i bracci della croce.

Il Crocifisso si trova dove prima era la tela di San Michele.

Si tratta di una scultura di buona fattura appartenente all’artigianato religioso ottocentesco; è stato restaurato nel 1989.

 

 

Galleria immagini

Orari Chiesa

LunedìORE 17:00 - rosario
ORE 17:30 - celebrazione eucaristica
MartedìORE 8:00 - preghiera delle lodi
ORE 8:15: - celebrazione eucaristica
ORE 8:45/12:00 - adorazione eucaristica
MercoledìORE 17:00 - rosario
ORE 17:30 - celebrazione eucaristica
GiovedìORE 21:00 - adorazione eucaristica
ORE 21:30/22:00 - adorazione eucaristica
VenerdìORE 15:30 - adorazione eucaristica
ORE 16:30 - rosario
ORE 17:00 - celebrazione eucaristica
SabatoORE 18:00 - rosario
ORE 18:30 - celebrazione festiva
DomenicaORE 8:00 - celebrazione eucaristica
ORE 11:00 - celebrazione eucaristica


Mappa

 

Giulia Michelucci

 

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